Il procedimento

 

Improvvisazione, fantasia e conoscenze per realizzare la ceramica raku

 
 
 
Il procedimento per la creazione di un oggetto raku passa attraverso queste fasi:
1 - La modellazione della creta;
2 - L'essiccamento;
3 - La cottura;
4 - La riduzione.

Le prime due fasi, sono di evidente e facile comprensione, per cui non è il caso di soffermarci su di esse, se non per ricordare che è proprio nella modellazione, o foggiatura, che si concreta l'estro creativo del ceramista, sia che usi il tornio o che ne faccia a meno, come è più congeniale alla tecnica raku. L'essiccamento si conclude con la prima cottura dell'oggetto.

 

Per quanto concerne la seconda cottura, che è quella decisiva, essa avviene nei vari tipi di forni, che sono meglio descritti nella pagine dedicata ai materiali e alle attrezzature.

Prima della cottura i pezzi sono decorati con gli smalti e i coloranti, secondo la fantasia del ceramista.

La cottura è comunque di alta spettacolarità, fino a divenire un happening fra gli appassionati e gli interessati alla ceramica. Nei campus americani, la cottura del raku costituisce un momento di aggregazione e di arricchimento tecnico e culturale per coloro che vi partecipano. Tecnicamente la temperatura di cottura oscilla dagli 800 ai 950 gradi, in relazione ai risultati che si vuol tentare di raggiungere.

L'estrazione dei pezzi è immediata: essi non devono perdere l'incandescenza raggiunta. Dopodichè, in tempi rapidi, gli oggetti sono sottoposti alla cosiddetta riduzione, cioè al raffreddamento in condizioni di di assenza di ossigeno. E' questa una fase suggestiva e rilevante anche dal punto di vista tecnico-artistico.  La reazione degli smalti utilizzati può essere in questo momento indirizzata, se il ceramista ha esperienza e adeguate conoscenze, ad ottenere lustri e iridescenze metalliche di straordinaria intensità, non raggiungibili con altri trattamenti ceramici.

Per una riduzione efficace si ricorre a vari combustibili, che assorbono ossigeno, rilasciando  intense e utili affumicazioni, all'interno di contenitori chiusi. Si usano a questo scopo segatura di legno, trucioli, carta, erba secca, meglio se umida, ed altro ancora. Una volta che è avvenuto il raffreddamento, il pezzo viene sottoposto ad immersione nell'acqua e al lavaggio.

Come si vede, le variabili che intervengono nel procedimento raku, sono numerose. Una sapiente miscela di esse, unita ad un comportamento guidato da esperienza e conoscenza, ma soprattutto dalla volontà di sperimentazione, fornisce esiti relativamente costanti, anche perchè la sorpresa e la novità sono requisiti fondamentali di questo modo di far ceramica.